Salvini, ma quali balneari: i risarcimenti dovrebbero averli i cittadini!

Salvini

Fare la cronaca di quello che succede in Italia è, spesso, un esercizio che ricorda la letteratura di fantascienza, o il teatro dell’assurdo – quello in cui ci sono ribaltamenti continui, si rimane spiazzati dall’inizio alla fine e ogni certezza svanisce un istante dopo essersi formata. Prendete Salvini: ridotto a percentuali elettorali spaventosamente ridotte rispetto ai tempi che furono, al pre-Papeete, costretto a inseguire la Meloni da mattina a sera e impegnato a non far notare l’irrilevanza crescente della sua compagine, si affretta a tornare agli antichi elettori. E di nuovo, che fa? Arringa la platea dei balneari, cui promette mari e monti.

Chissà se questa scelta porterà voti, ma – di sicuro – avrà delle conseguenze sugli elettori. E sì, perché in tema di stabilimenti balneari i veri indennizzi che il governo dovrebbe concedere sono quelli in favore dei cittadini, ingiustamente penalizzati dagli squilibri esistenti nel settore balneare e dai continui aumenti delle tariffe praticate dai lidi. I cittadini sanno bene qual è la situazione – la vivono a ogni estate, quando si ritrovano un salasso per qualche ora di mare – e capiscono bene chi dice cosa e perché.

I fatti che Salvini (e i tanti Salvini che popolano trasversalmente la classe politica, buoni amici dei balneari da una vita intera) tralascia, infatti, sono questi: il business degli stabilimenti balneari ha raggiunto in Italia la ragguardevole cifra di 10 miliardi di euro all’anno (e c’è chi dice anche di più), ma nelle case dello Stato attraverso i canoni entrano appena 115 milioni annui. Briciole: di fatto si tratta di un profitto garantito e quasi regalato. A pagare sono solo loro, siamo solo noi, i cittadini che utilizzano i servizi balneari: i costanti aumenti dei prezzi e delle tariffe praticate dai lidi – al punto che la scorsa estate per affittare un ombrellone e due lettini durante il weekend in uno stabilimento standard la spesa media in Italia si è attestata tra i 32 e i 35 euro al giorno, arrivando in alcuni casi a quota 700 euro al giorno nelle strutture di lusso – si scaricano direttamente sui portafogli, già tartassati, della gente comune.

Uno squilibrio evidente che ha danneggiato negli anni i cittadini e che dovrebbe si portare il governo a studiare indennizzi, ma in favore dei consumatori, e non certo degli operatori balneari che si sono riempiti le tasche con le regalìe dello Stato. Ma appunto: siamo nel teatro dell’assurdo, mica in una trama lineare, mica in una storia di normalità. Non vi ricordate di quando, proprio in uno stabilimento balneare, lo stesso Salvini gettò alle ortiche la possibilità di governare l’Italia? Le vicende nostrane sono tutte all’incontrario: eppure, alla fine, tutto torna..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *