Microsoft down, danni immensi: ora un risarcimento per i cittadini?


Un’apocalisse globale: senza mezzi termini, il down di Microsoft che ha mandato in tilt compagnie aeree, banche e media in varie parti del mondo ha assunto dimensioni colossali, mastodontiche, davvero senza precedenti. Il tilt informatico ha provocato danni per miliardi di euro a livello mondiale, coinvolgendo milioni di cittadini, e quasi paralizzato il pianeta.

I problemi sono scaturiti da un software antivirus, contente il più classico dei bug: più specificamente si trattava di un aggiornamento, talmente improvvido da generare conseguenze nefaste a tutte le latitudini. Alla faccia dell’errore di configurazione: di rado gli effetti di un problema informatico si sono fatti sentire tanto a fondo. Basti pensare a quanto accaduto negli aeroporti di tutto il mondo, con migliaia di voli cancellati e pesanti ritardi sulle partenze, coinvolgendo anche gli scali italiani: un disservizio registrato proprio in occasione delle partenze estive, quando sono più intensi i traffici aerei, e che aggrava le ripercussioni sull’utenza. Specie considerando che tutti i passeggeri lasciati a terra non potranno partire neanche nei prossimi giorni, stanti le prenotazioni già affollatissime, con “conseguente perdita di tutte le prenotazioni nelle destinazioni finali e richiesta di ulteriore rimborso, se non di risarcimento del danno.

In queste ore, vista la gravità dell’accaduto, stiamo valutando la fattibilità di una class action contro Microsoft e la società Crowdstrike volta a far ottenere a tutti i cittadini italiani che hanno subito danni economici e morali a causa del guasto ai sistemi informatici il giusto risarcimento. Azione alla quale potranno aderire gli utenti che si sono visti cancellare il volo o hanno subito ritardi nelle partenze, chi ha perso coincidenze o giorni di vacanza, e chiunque abbia patito un danno documentabile: per avere informazioni al riguardo, si può scrivere al nostro indirizzo mail.

Il tempo dei problemi informatici senza responsabili (e senza risarcimenti), ormai, è davvero terminato. Nell’epoca digitale, quando i computer connettono il globo, non si può dire solo “ci dispiace tanto“. No, davvero.

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